Per comprendere appieno il contratto di lavoro autonomo occasionale è necessario fare un passo indietro e capire chi è il lavoratore autonomo. Le regole previste dall’art. 2222 del codice civile prevedono che tale lavoratore sia colui che compie, a prezzo di un corrispettivo, un’opera o un servizio professionale con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti di un committente (in qualsiasi settore). Sono quindi quelle attività di lavoro svolte dai cosiddetti “liberi professionisti” o “artigiani”, ruoli e definizioni spesso attribuite impropriamente per identificare un lavoratore autonomo.
Il contratto di lavoro autonomo occasionale è, infatti, applicabile solo in determinati casi e spesso viene firmato al completamento dell’opera o del servizio – senza vincolo temporale o di subordinazione. Può anche essere a tempo determinato, ma solo quando è previsto che l’opera o il servizio venga effettuato fino alla scadenza temporale indicata nel contratto stesso. Sebbene possa essere utile per un lavoratore occasionale aprire un conto corrente dedicato, non è necessario aprire una partita IVA. Quest’ultima è obbligatoria solo per liberi professionisti, qualsiasi sia il loro livello di esperienza (ovverosia per professionisti giovani o esperti).
Se vogliamo capire realmente chi sono i lavoratori autonomi occasionali, dobbiamo conoscere la grande differenza e il rapporto che esiste tra contratto di lavoro autonomo occasionale e contratto di lavoro abituale e subordinato (tipologia dello scopo contrattuale, data e tempistiche, modalità). Il lavoratore autonomo svolge la propria attività con mezzi propri, in piena libertà rispetto alle modalità e – a volte – rispetto ai tempi di esecuzione del lavoro.
Il lavoratore autonomo non è infatti legato a vincoli di subordinazione nei confronti del committente, il quale non ha gli stessi poteri direttivi tipici del datore di lavoro nei confronti di un suo dipendente subordinato. La subordinazione è quindi un concetto centrale per comprendere appieno il l’attività svolta da lavoratore autonomo, soprattutto in relazione all’arco temporale di consegna del lavoro e all’elasticità necessaria per il conseguimento del risultato richiesto.
Il lavoro autonomo occasionale rientra nella categoria del lavoro autonomo: si tratta della tipologia di lavoratore che svolge dietro corrispettivo, in modo occasionale e quindi senza continuità, un’attività che alle volte ha il carattere di saltuarietà. Si tratta spesso di un’attività svolta al di fuori dell’abituale mansione lavorativa. La materia è disciplinata dalla Legge n. 30/2003, la quale prevede che la prestazione di lavoro autonomo occasionale sia una “qualsiasi attività di lavoro caratterizzata dall’assenza di abitualità, professionalità, continuità e coordinazione”. Possiamo riepilogare di seguito le due principali caratteristiche che definiscono il lavoro autonomo occasionale: